Anno LI - Numero 1 - Aprile 2002
Copertina Indice
M. Cominetti
La televisione digitale terrestre: un'opportunità per il nostro paese
Lo scenario televisivo europeo sta evolvendo rapidamente con l’introduzione della tecnologia digitale sui vari media – satellite, terrestre, cavo, reti a larga banda – adottando gli standard sviluppati dal DVB (Digital Video Broadcasting). In questo contesto la televisione digitale terrestre (DTT) si candida a diventare, nel medio e lungo termine, la forza trainante di un mercato di massa che potrà integrare ed estendere l’offerta dei canali satellitari e via cavo, soddisfacendo globalmente le diverse tipologie dei servizi – nazionali, regionali e locali – e consentendo anche la ricezione con terminali portatili e mobili.
Il Libro Bianco dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, la Legge n.66/2001 ed il Regolamento ad essa associato, definiscono il quadro normativo nazionale e identificano i "soggetti" del nuovo mercato (fornitore di contenuti, operatore di rete, fornitore di servizi), ponendo le premesse per il lancio della DTT nel nostro Paese attraverso una fase iniziale di sperimentazione.
Un ruolo centrale è assunto dalla disponibilità di ricevitori DTT economici e dotati di una piattaforma "aperta" alla evoluzione tecnologica e dei nuovi servizi: condizione essenziale per favorire lo sviluppo di un mercato orizzontale nell’interesse dell’utenza e degli operatori. La piattaforma DVB-MHP, multimediale e interattiva, soddisfa pienamente tali requisiti e risponde alle indicazioni della recente Direttiva del Parlamento europeo che interessa il nuovo quadro normativo dello scenario delle telecomunicazioni, della radiodiffusione e delle tecnologie dell’informazione.
La RAI, che già ha contribuito attivamente al Progetto DTT, in ambito al Comitato Nazionale per lo Sviluppo dei Sistemi Digitali costituito dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, in ottemperanza alle disposizioni ed alle procedure definite nella normativa, si prepara ad estendere la sperimentazione sulla DTT ai vari aspetti: tecnologici, editoriali e di produzione dei contenuti, in modalità DVB-MHP, allo scopo di individuare i modelli di business per i nuovi servizi.
V. Mignone, A. Morello, M. Visintin
Lo standard DVB-T per la televisione digitale terrestre

In ambito al Progetto DVB (Digital Video Broadcasting) e ai progetti europei RACE dTTb, ACTS VALIDATE e MOTIVATE, il Centro Ricerche ed Innovazione Tecnologica della Rai (CRIT) ha direttamente contribuito alla definizione e alla validazione del sistema per la diffusione televisiva digitale terrestre (DVB-T). Il sistema, che permette la ricezione fissa, portatile e mobile, è basato sulla modulazione multiportante COFDM, una soluzione tecnica avanzata che consente di configurare i parametri di trasmissione in modo flessibile per meglio adattarsi alle caratteristiche del canale di diffusione terrestre. Sono possibili due modalità operative: con 2K portanti per le reti di diffusione convenzionali multifrequenza (MFN), e con 8K portanti per operare anche su reti a singola frequenza (SFN). L’introduzione di reti SFN, non possibile nelle trasmissioni televisive analogiche, consente una utilizzazione ottimale dello spettro.
L’articolo presenta le caratteristiche principali del sistema DVB-T, con particolare attenzione alla modulazione COFDM, e ne illustra le prestazioni ottenute da Rai-CRIT mediante simulazioni al calcolatore.
A. Bertella, B. Sacco, M. Tabone
Valutazione in laboratorio del sistema DVB-T
La televisione digitale terrestre (DVB-T), già introdotta in Gran Bretagna e in altri paesi europei, è in fase di avanzata sperimentazione nel nostro Paese. Il Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica della Rai (CRIT), nell’ambito del progetto DVB (Digital Video Broadcasting) e dei progetti europei RACE-dTTb e ACTS-VALIDATE, ha contribuito direttamente alla definizione e alla validazione del sistema DVB-T. Il sistema, che impiega la modulazione multiportante COFDM, con numerose possibilità di configurare i parametri di trasmissione e la codifica di canale, permette la ricezione fissa, portatile e mobile. Sono possibili due modi operativi a seconda del numero di portanti all’interno del canale a radiofrequenza: il primo, con 2k portanti FFT, è destinato all’impiego su reti di diffusione convenzionali multi frequenza (MFN), ed è particolarmente adatto ai servizi per terminali mobili; il secondo con 8k portanti è adatto anche all’impiego su reti a singola frequenza (SFN) permettendo lo sfruttamento ottimale delle risorse in frequenza.
L’articolo presenta i risultati delle prove di laboratorio effettuate da Rai-CRIT e da altri Partner europei in ambito al progetto ACTS-VALIDATE. Tali prove hanno permesso di valutare la robustezza del sistema DVB-T in presenza dei tipici degradamenti introdotti dal canale trasmissivo nelle bande VHF/UHF e dal ricevitore d’utente: rumore (gaussiano e impulsivo), echi, distorsioni non lineari, effetto Doppler, interferenza cocanale generata da altri segnali DVB-T e/o da segnali TV analogici, rumore di fase del sintonizzatore, ecc. Nell’articolo vengono riportati i risultati delle valutazioni di laboratorio confrontandoli con le prestazioni teoriche del sistema.
P. B. Forni, S. Ripamonti, V. Sardella
Sperimentazione pre-operativa DVB-T in area di servizio
L’articolo riporta i principali risultati della sperimentazione pre-operativa di televisione digitale terrestre (DVB-T) condotta nell’area pilota di Torino e illustra l’architettura della rete DVB-T in Valle d’Aosta che costituirà prossimamente una nuova area di sperimentazione della Rai.