DigiMaster
Digitalizzazione dell'archivio Master RAI
L’archivio della RAI, con le sue centinaia di migliaia di bobine di pellicola e di videocassette a registrazione magnetica, le più vecchie risalenti alla nascita della televisione in Italia, non può adeguarsi alla nuova realtà della produzione video digitale con altrettanta facilità.
La digitalizzazione dell’archivio RAI è un’operazione complessa e strutturata che richiede una cospicua quantità di tempo, ma che permetterà di risparmiarne in futuro velocizzando la comunicazione e lo scambio tra produzione e archivio.
Senza interventi, peraltro, il vecchio archivio rischia di essere perduto per sempre, perché non ci saranno più sistemi in grado di far vedere ed ascoltare quelle registrazioni.
È il progetto interno RAI di digitalizzazione dei materiali audiovisivi archiviati su supporti fisici. Nato allo scopo di preservare il patrimonio aziendale mandato in onda fino ad oggi, coinvolge il Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica, insieme alle direzioni Teche, ICT, Produzione.
Caratteristiche del progetto
Al giorno d’oggi la creazione di prodotti audiovisivi, televisione inclusa, è realizzata nel dominio digitale, a partire da ideazione e riprese, proseguendo con montaggio e post-produzione, fino alla comunicazione al pubblico, per mezzo della televisione digitale, terrestre o satellitare, o semplicemente via internet. Gli audiovisivi nascono come file informatici, simili a quelli che abbiamo sui nostri personal computer, e tutte le operazioni su di essi sono realizzate con software professionali.
Tuttavia l’archivio della RAI, con le sue centinaia di migliaia di bobine di pellicola e di videocassette a registrazione magnetica, le più vecchie risalenti alla nascita della televisione in Italia, non ha potuto adeguarsi altrettanto rapidamente alla nuova realtà della produzione video digitale. La digitalizzazione dell’archivio RAI è un’operazione complessa e strutturata che richiede una cospicua quantità di tempo, ma che permetterà di risparmiarne in futuro velocizzando la comunicazione e lo scambio tra produzione e archivio.
Senza interventi, peraltro, il vecchio archivio rischia di essere perduto per sempre, perché non ci saranno più sistemi in grado di far vedere ed ascoltare quelle registrazioni.
Dunque non è solo importante digitalizzare, ma cominciare a digitalizzare subito. Perciò è essenziale lo sforzo sinergico di tutte le componenti aziendali che sono in grado di fornire il loro contributo al progetto.
Il processo
L’archivio è una fonte preziosa di contenuti, anche di elevato interesse culturale e storico, da considerarsi a pieno titolo “patrimonio nazionale”. è quindi auspicabile che questi contenuti siano resi accessibili nei formati digitali, sia riproposti integralmente che riutilizzati all’interno di nuovi programmi.
Per questo è stato avviato da RAI il progetto di digitalizzazione della “Teca Master”. Esso si propone di trasformare il vecchio archivio in una libreria digitale, i cui contenuti potranno essere usati con le stesse modalità delle clip di nuova realizzazione. Strumentazioni vecchie e nuove lavoreranno insieme per un periodo per portare a termine questa trasformazione, ma per le vecchie tecnologie questa sarà l’ultima fatica, dopodiché non si dovranno più mettere cassette in riproduzione.
La qualità tecnica sarà salvaguardata al massimo. Non si potrà ovviamente pretendere di superare i limiti della registrazione originaria, ma sarà mantenuta al più alto livello possibile, anche con operazioni di restauro digitale per materiale di particolare interesse, al fine di soddisfare il pubblico che ha a disposizione schermi e dispositivi sempre più sofisticati quali smart-tv e smart-phone.
Inoltre la bonifica dei materiali permetterà di eliminare dall’archivio quei vecchi supporti che non ha più senso continuare a conservare, in quanto materiale di bassa qualità rispetto a quello ora disponibile per il medesimo contenuto. Per esempio ci si aspetta che un film che negli anni passati era stato trasmesso in definizione standard, a partire da una copia Betacam, sia d’ora in poi trasmesso in alta definizione, a partire da un file digitale, per cui non ha senso la conservazione della copia di qualità inferiore.
è una sfida che sarà completata nell’arco di alcuni anni. Questo lasso di tempo è necessario a causa del gran numero di bobine e cassette che devono essere lavorate. Per rendere il processo più rapido, è stato progettato un sistema in cui molte fasi avvengono in modo automatico e in parallelo su varie linee di digitalizzazione. Per esempio sono utilizzate librerie robotizzate per la movimentazione delle videocassette. I numeri in gioco sono rilevanti, ma l’automazione del processo di controllo permetterà di verificare che ogni materiale destinato alla rottamazione abbia effettivamente esaurito la sua utilità.
Il processo di digitalizzazione si conclude con la documentazione e l’inserimento di ogni programma nel Catalogo Multimediale RAI, che fornisce ai suoi utenti servizi di ricerca, consultazione e fruizione.
Il successo del progetto dipende dall’organizzazione del lavoro, dall’affidabilità di tutte le componenti impiegate e dall’impegno profuso dal personale coinvolto; il risultato sarà una reale disponibilità dei contenuti dell’archivio RAI ai professionisti dei media e di rimando al pubblico in generale.
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