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4K, la TV evoluta

Le prospettive per un nuovo modo di vedere la TV

Progetto attivo

La televisione che cambia, con televisori sempre più evoluti e segnali trasmessi sempre più complessi. Il tutto si traduce per l’utente in una sempre migliore e coinvolgente esperienza di visione. In questi anni, gli sforzi dei broadcaster si sono concentranti su come innalzare la qualità tecnica delle immagini nella direzione dell’Ultra HD mentre assistiamo all’incremento dell’offerta HD. A confermarlo, il recente passaggio in alta definizione di tutti i canali Rai sulla piattaforma satellitare Tivusat e quattro canali HD sul digitale terrestre.

Il 4K (o Ultra High Definition) è uno standard nato per la televisione e il cinema. Il nome deriva dal fatto che la risoluzione orizzontale è di circa quattromila pixel, rispetto ai due mila della televisione HD: 3840×2160 50p (50 frame al secondo). E’ adottato anche nell’industria cinematografica dove si assistite alla progressiva sostituzione dei proiettori analogici con quelli digitali.

Si tratta di un segnale quattro volte più denso dell’HD, con un data rate non compresso di 12 Giga Bit al secondo (12 miliardi di informazioni elementari al secondo) rispetto agli 3 Gb/s dell’HD (1080p). Nel mondo della trasmissione broadcast il sistema di trasmissione è interlacciato (1080i) con un data rate di 1,5 Gb/s e questo porta il rapporto ad 8 volte. Risulta pertanto evidente la difficoltà di gestire agevolmente questo tipo di segnale, sia nell’ambito dei centri di produzione che per la trasmissione.

La specifica di riferimento per il 4k è la raccomandazione ITU BT.2020: essa definisce lo standard per il formato Ultra-High Definition relativamente a risoluzione, frame rate, chroma subsampling e spazio colore.

La Rai dal giugno 2016 in occasione degli Europei di Calcio di Francia 2016, in collaborazione con Eutelsat e con il supporto del Centro Ricerche della RAI, ha iniziato ad effettuare alcune trasmissioni sperimentali in 4K via satellite. Si è proseguito con la trasmissione in quattro serate degli otto episodi della serie ‘I Medici’ e con gli speciali ‘Stanotte a …’ con Alberto Angela. I possessori di tv 4K hanno potuto apprezzare la qualità superiore rispetto all’attuale HD.

Attualmente ci si interroga su quali siano i formati di ripresa più utili a bilanciare il rapporto costi/coinvolgimento degli spettatori, anche perché l’aumento della risoluzione è percepibile solo da una distanza minore a parità di dimensione dello schermo; pertanto la fruizione migliore del 4K si ha avvicinandosi allo schermo oppure, seguendo la spinta del mercato consumer, acquistando pannelli molto più grandi della media.

Dalle sperimentazioni operate al Centro Ricerche e anche in altri ambiti è emerso che probabilmente la strategia vincente per il coinvolgimento dell’utente a casa non sia unicamente quella di aumentare il numero dei pixel quanto la qualità del singolo pixel, anche in seguito all’evoluzione tecnologica dei televisori peraltro già disponibili sul mercato. Questo è il motivo per cui si sta approfondendo la nuova tecnologia chiamata HDR, acronimo di High Dynamic Range, l’estensione della dinamica dell’immagine che consente di percepire più gradazioni tra i livelli più chiari (i cosiddetti highlights: riflessi, luci nello stadio, luci delle automobili…) e quelli scuri e neri, oggetto di un articolo separato.

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High Dynamic Range

L'evoluzione del segnale televisivo: stessa definizione, pixel migliori

L’High Dynamic Range, consente di riprodurre immagini notevolmente più realistiche rispetto allo standard attuale. Il segnale HDR permette una dinamica maggiore e quindi una luminosità decisamente più alta su riflessi e sorgenti luminose nella scena, oltre che una rappresentazione del dettaglio superiore nelle basse luci.

Attività sperimentale

Sperimentazione catena di produzione Sony IP Live

Presso il CRIT è in corso di allestimento una catena di produzione UHD con apparati Sony, costituita da telecamere, mixer video, processori di segnale video e pannelli di controllo.

Gli apparati possono interconnettersi sia con le modalità tradizionali, cioè mediante interfacce (4x3G)-SDI su cavi coassiali, sia su rete IP, secondo i protocolli NMI (Networked Media Interface) definiti da Sony per la piattaforma Sony IP Live.

La sperimentazione, condotta in collaborazione con la Divisione Produzione e ICT, prevede, dopo una prima fase di test in laboratorio presso il CRIT, l’interconnessione attraverso la rete IP Rai di due siti aziendali.

Progetto attivo

Oltre l'HDTV

La Rai, ed in particolare il Centro Ricerche, ha sempre contribuito alla sperimentazione e standardizzazione delle nuove tecnologie per garantire un miglioramento della qualità dell’immagine e maggior coinvolgimento dello spettatore nella scena.